armodio - marcellopalminteri

Vai ai contenuti

Menu principale:

marcello palminteri | contatti

CATALOGHI E PUBBLICAZIONI
| ARTICOLI | MOSTRE | ARTISTI E TESTI | ALBUM | NEWS

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::


 
 
 

ARMODIO
INATTESE ARMONIE

 

Da oltre un trentennio, tutta l’opera di Armodio allude ad uno stato di grazia offerto come condizione di armonia inattesa, registrando con coerenze e convinzione una qualità dell’immagine che è cifra di una ispirazione antimoderna, classica perché fuori da ogni tempo, misteriosa a dispetto di una collocazione non al di là ma dentro le cose fisiche, nella tranquilla bellezza degli oggetti. Una scelta poetica ed evocativa di certo in antitesi con le sollecitazioni concettuali e contraria alle lusinghe delle mode, incline piuttosto alla riflessione sulla storia recente e remota, sui caratteri propri di Novecento, attingendo ai contributi di Valori Plastici (in particolar modo a quell’articolo a firma di Alberto Savinio intitolato  Anadioménon dove si enuncia l’intuizione intellettiva, enigmatica e atemporale del mondo che anima il nuovo classicismo metafisico), recuperando una attitudine che da ormai quasi un secolo contraddistingue e valorizza il lavoro di quegli artisti scampati alle seduzioni di “ismi” e “correnti”. L’opera di Armodio, nonostante le suggestioni immediate capaci di coinvolgere in profondità sin dal primo approccio, si nutre di un universo metaforico così fitto di rimandi e citazioni, di simbologie e doppi sensi, da rendere l’analisi critica persino disagevole, se non subentrasse immediatamente quel piacere della visione in grado, come ebbe a scrivere Vittorio Sgarbi, di liberare le “potenzialità conoscitive dell’intuizione”. Cosa tanto più diretta e disarmante in quei bozzetti che, come annotazioni musicali, rivelano la percezione del momento, la folgorazione, il lampo, E appunto per questo sorgivi, come una filastrocca, come una improvvisazione allo strumento. Mai fondato sull’apparenza, il disegno di Armodio vive dell’intreccio dei segni come dell’intreccio dei significati e delle sue occasioni, coniugando raziocinio e passione per raccogliere similitudini disperse, convivenze possibili, accostamenti imprevedibili, al di sopra della contingenza del tempo: oltre il filo della nostalgia, oltre quello dell’ironia, si spalanca il senso di un’aura remota che sospende spessori e volumi si ribalte fatte di sequenze, di piani, riducendo la partitura segnica ai più essenziali elementi formali e plastici, mossi all’interno di una scenografia senza orizzonte, che accentua quel clima magico e surreale che anima ogni foglio, ogni patina di questo intimo diario. E’ in questo spazio minimo, dove ogni cosa è tutto e il contrario di tutto, che l’opera di Armodio si predispone non tanto ad essere capita ma ad essere intensamente vissuta. Pertanto la perizia tecnica che contrassegna questi disegni, preziosissimi nella loro palmare dimensione, non è arido dispositivo, fredda dimostrazione di virtuosismo, ma strumento della creatività, linguaggio “alto” di comunicazione, grammatica del bello, sigla stilistica e significato del suo fare arte.


Marcello Palminteri

in Armodio. Disegni millenovecentosettantasette duemilasette
a cura di Giovanni Faccenda
testi di Giuseppe Alcamo, Roberto Giambrone, Marcello Palminteri
catalogo della mostra omonima
Galleria Giuseppe Alcamo, Palermo
25 ottobre - 27 novembre 2008
Edizioni Manod'opera


 
Torna ai contenuti | Torna al menu